Sono tornati i tempi d’oro per la Silicon Valley. I complessi lavorativi lungo la statale 101 sono di nuovo adornati con insegne su insegne di speranzose start-up; gli affitti sono alle stelle, e così anche la domanda per le eleganti case vacanze sulle sponde del Lago Tahoe: un chiaro segno di prosperità
L’industria dei semiconduttori è nata proprio qui nella Bay Area, come sono nate qui anche tutte le compagnie tecnologiche che si è portata appresso. Si trovano qui i maghi che forniscono a noi poveri mortali tutte quelle meraviglie che ci fanno sentire di vivere nel futuro - dai telefoni touch-screen alla ricerca istantanea nelle grandi biblioteche, fino alla possibilità di pilotare un drone a migliaia di chilometri di distanza. Questo revival economico suggerisce che il progresso sia in fermento.
Quindi forse resterete sorpresi scoprendo che alcuni di quelli che lavorano nella Silicon Valley la ritengano un luogo stagnante, dove il tasso di innovazione zoppica ormai da decenni. Secondo Peter Thiel, uno dei fondatori di PayPal e primo investitore esterno di Facebook, l’innovazione in America “è da qualche parte tra le cattive acque e la morte”. E tale senso di delusione è condiviso da ingegneri di ogni tipo. Un piccolo ma sempre più numeroso gruppo di economisti riconosce che l’impatto economico delle innovazioni odierne impallidisce se messo a confronto con quello del passato.
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In generale, quelle che vanno meglio sono le innovazioni alimentate dalla potenza di calcolo a buon mercato. I computer stanno cominciando a comprendere il linguaggio naturale. Le persone controllano i videogiochi attraverso i movimenti del proprio corpo - una tecnologia che presto troverà più d’una applicazione nel mondo degli affari. Le stampanti 3D sono capaci di generare un varietà estremamente complessa di oggetti, e presto potrebbero cominciare a produrre tessuti umani e altre materiale organico.
Uno che vede l’innovazione con spirito pessimista potrebbe dire che è tutto fumo e niente arrosto. Ma l’idea che la crescita a orientamento tecnologico debba o proseguire senza battute d’arresto o declinare regolarmente, piuttosto che continuare ad attraversare un continuo di alti e bassi, semplicemente contraddice quanto accaduto in passato. Chad Syverson, dell’Università di Chicago, fa notare che, durante l’età dell’elettrificazione, la crescita produttiva era a dir poco claudicante. Infatti, è rimasta lenta durante tutto un periodo di importanti innovazioni in campo elettrico a cavallo tra il XIX e il XX secolo; ma sappiamo tutti come poi si sia impennata.