Nelle traduzioni della saggistica scientifica e accademica ci troviamo spesso di fronte al problema della ricerca delle fonti. Il tipo di pubblicazioni e il loro valore è strettamente legato alla ricerca bibliografica effettuata dallo studioso autore del manoscritto, tanto che, in ambito accademico, una pubblicazione viene spesso valutata principalmente proprio secondo questo parametro. E’ quindi evidente quanto sia importante restare attenzione a questo livello nel tradurre questo tipo di materiale.
Quando ci troviamo di fronte al brani citati testualmente tra virgolette non dovremmo semplicemente tradurre come nel resto del corpo del testo. Il protocollo e le direttive delle case editrici raccomandano di effettuare la ricerca bibliografica nella lingua target recandosi direttamente in biblioteca per cercare la versione italiana dello scritto menzionato e inserendo il testo citato nello scritto copiandolo dal libro già tradotto (citando quindi l’edizione italiana e il nome del traduttore). Naturalmente - e fortunatamente – questo non sempre è possibile. Molti scritti scientifici infatti non vengono tradotti affatto in italiano. Specialmente quelli apparsi nelle lingue maggiormente usate e conosciute al livello internazionale – inglese, francese e spagnolo, ma in alcuni ambienti accademici anche il tedesco – vengono diffusi direttamente in lingua originale anche su riviste scientifiche italiane, la conoscenza di queste lingue, infatti, è in genere considerata necessaria per tutti gli studiosi e ricercatori che si rispettino. In questi casi, quando non esiste la versione italiana del testo citato nella pubblicazione da tradurre, si traduce direttamente il brano, citando la pubblicazione in lingua originale e inserendo in nota il testo non tradotto. In alternativa – e secondo gli accordi con il committente – si inserisce nel corpo del testo il brano in lingua originale e in nota la traduzione in italiano e l’indicazione bibliografica.
Per convenzione si cercano i testi in lingua originale nei database delle maggiori biblioteche (quelle nazionali centrali) e quelle universitarie. Queste ultime dovrebbero concedere l’accesso anche ai traduttori scientifici. Tutte le biblioteche importanti hanno un sito e un database online, alcuni sono accorpati in “poli” che raccolgono le biblioteche di settore o cittadine. Per verificare l’esistenza di una traduzione italiana di uno scritto si effettua dunque la ricerca online sui database (OPAC) o sistema SBN utilizzando moduli come questo:
http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/base.jsp;jsessionid=95149DB5924D27575F8084DE3D5BBD79.ha3
o nei cataloghi universitari come questo (per l’Università di Roma la Sapienza)
http://opac.uniroma1.it/SebinaOpacRMS/Opac?sysb=GR_1
Se siamo fortunati non troviamo nulla e non sarà necessario recarsi in biblioteca per copiare il testo!
La ricerca libri di google permette poi di verificare se esiste una versione online (completa o parziale) del testo in questione. E’ possibile infatti che il brano da cercare sia stato inserito sul web. In questo caso il nostro lavoro è molto facilitato e si riduce a un’operazione di copia-incolla. L’indirizzo per la ricerca è questo
http://books.google.com/advanced_book_search?q=Internet&as_brr=3&hl=it&rview=1
Il riferimento bibliografico deve essere sempre citato in nota seguendo lo stile dell’autore. Esistono infatti diversi modi di indicare un testo, ad es:
1) riferimento essenziale: “….. (Hadot, 2000) … “ (cognome dell’autore, anno della pubblicazione) da inserire nel corpo del testo (non in nota) sempre tra parentesi. Nel caso di più autori li si cita tutti, p. es. (Fishbourne, Smith e Foley, 1985).
2) Citazione per esteso (da inserire in nota): “Harald Weinrich, Lete. Arte e critca dell’oblio, il Mulino 1999 “ o, nel caso di un articolo apparso su una rivista: “Wolfe, Alan. 1980. Recensione a Free to Choose, di Milton Friedman e Rose Friedman. Saturday Review, 2 February, 35.” . in genere in questo caso si dovrebbe aggiungere il numero di pagina alla fine, naturalmente riferita al testo che appare nella traduzione, quindi se trovate una versione italiana dovete citare la pagina/le pagine in cui si trova il testo in italiano, es: “Emilsson, “Platonic Soul-Body Dualism” in ANRW parte II vol. 36.7, de Gruyter, Berlin 1994, p.5342.” Come si può notare, anche l’ultimo caso cita un articolo (“Platonic Soul-Body Dualism”) in una rivista (ANRW). E’ necessario anche citare il numero e l’anno della rivista e, nel caso, il volume, la sezione, ecc. Per ultimo si inserisce l’edizione, il luogo di pubblicazione e la data, infine il numero di pagina.
3) Nel caso di classici o strumenti di lavoro, e qualora esista una suddivisione del testo in paragrafi, sezioni, ecc., non è necessario specificare il numero di pagina: “Omero, Odissea, Libro XI 759-164. Traduzione di I. Pindemonte, Ed. Cremonese, Roma 1959.” In questo caso il riferimento al libro e alla numerazione del passo non varia mai da lingua a lingua e quindi non è necessari verificare la pagina nella versione italiana. Qualora il testo non è riportato non dobbiamo indicare l’edizione – solo se si tratta di classici – ma si scrive solo il riferimento netto traducendo solo il titolo dell’opera: “Aristotele Metafisica 3.2.996b5-8”. Naturalmente, se l’autore riporta per esteso il brano, siamo costretti comunque a cercare la traduzione italiana per copiare il passo (ma spesso i testi classici senza diritti d’autore si trovano online!)
Quando vi è un riferimento al contenuto ma l’autore non ha trascritto nessun passo esplicitamente è comunque necessario verificare se il testo è edito anche in italiano per inserirlo. In questo caso si dovrebbe comunque effettuare la ricerca bibliografica per verificare la pagina della versione italiana e poterla riportare. Un trucchetto (che riesce solo se il committente è poco attento!) consiste nell’omettere il numero di pagina e risparmiarsi così una bella fatica. Nei casi più fortunato troviamo già nel nostro testo da tradurre solo il riferimento essenziale (Blumenthal, 1994) e in questo caso si lascia così com’è.
Tutti i testi che vengono citati sono sempre riportati nell’indice bibliografiche che si trova alla fine del saggio. Devono quindi essere inseriti così come li abbiamo citati nel testo (naturalmente togliendo gli eventuali riferimenti alla pagina riportati in nota): se esiste una versione italiana si inserisce quella, altrimenti il testo originale. Ma spesso troviamo nell’indice bibliografico anche altri scritti che non compaiono nelle note. In questo caso ci comportiamo nella stessa maniera: verificando l’esistenza dell’edizione italiana nelle banche dati o altrimenti lasciando quella citata dall’autore.
Per quanto riguarda i riferimento ai classici o strumenti di lavoro, come abbiamo visto prima, non è necessario citare edizione o altro.
Barbara Lattanzi
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